Teologia senza verità.

Nonostante le deformazioni di una certa storiografia, Pierre Bayle appare sempre più chiaramente come una delle figure decisive della modernità. Attraverso l'esame ravvicinato delle sue ultime opere, a partire dal Dictionnaire historique et critique, questo libro ci restituisce il senso complessivo di un itinerario intellettuale in cui si intrecciano le contrapposte eredità del calvinismo e del libertinismo seicentesco. Ne emerge una forma paradossale di libertinismo teologico, che investe polemicamente soprattutto le diverse specie di "cristianesimo illuminato" che si affacciano sulla scena nell'età della "crisi della coscienza europea".

Rappresentanti emblematici di questo tipo di posizioni sono coloro che Bayle chiama i rationaux (Jean Le Clerc, Isaac Jaquelot e Jaques Bernard): un gruppo di pensatori arminiani o filoarminiani che divengono tra il 1697 ed il 1706 il bersaglio privilegiato della corrosiva critica del "filosofo di Rotterdam".

Dalla ricostruzione puntuale di questa controversia scaturisce un contributo importante alla comprensione del pensiero bayliano e con esso di alcuni caratteri essenziali della cultura moderna, legati al processo di autodistruzione della teologia e della metafisica cristiana. L'ateismo moderno emerge infatti, nell'opera di Bayle, come possibilità interna ed anzi esito obbligato delle aporie teologiche sul male e sui fondamenti della credenza religiosa.

Stefano Brogi (1962) è dottore di ricerca in filosofia della religione. I suoi interessi si sono rivolti principalmente allo studio del pensiero libertino e dei rapporti tra teologia e filosofia nella Francia del Seicento e del Settecento. Ha pubblicato fra l'altro Il cerchio dell'universo. Libertinismo, spinozismo e filosofia della natura in Boulainvilliers (Firenze, Olschki, 1993).